“Casa green” entro il 2033?

La Commissione Europea si è riunita il 9 per fissare i paletti per una casa più efficiente

Di difficile attuazione in tempi brevi per gli immobili italiani, ma ormai la strada è segnata

Ormai siamo alla svolta. Se non si cambia passo le città diventeranno invivibili per l’inquinamento.
Su questo sta intervenendo l’Europa che con una direttiva vuole azzerare i consumi derivanti da combustibili fossili.
L’obiettivo è quello di contribuire ad arrestare gli eventi climatici avversi conseguenti del surriscaldamento del pianeta con la riduzione dei consumi energetici dei 27 Stati membri, incentivando le ristrutturazioni degli edifici sia privati che pubblici in tutta Europa.
Quindi ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990: il 40% di consumo energetico è provocato dagli edifici e il 36% dall’emissione di gas nocivi. Con la riduzione dell’aria inquinata delle città e l’azzeramento dell’utilizzo di fonti fossili si potrebbe raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Vediamo come.

Indicatori di classe e prestazione energetica

Indici di valutazione saranno le Classi energetiche: da A4, che indica quella più efficiente, fino alla G. Ogni classe energetica è associata a un punteggio che va dal 10, associato a quella più performante, fino all’1 della classe energetica G. 

Le abitazioni di classe energetica G/F rappresentano la maggior parte degli immobili presenti oggi in Italia, realizzati tra gli anni ’70 e ’90.
Gli edifici di classe energetica E sono quelli post anni ‘90 che presentano un migliore isolamento termico negli infissi, muri esterni di maggiore spessore con un leggero isolamento. La classe D edifici degli ultimi 15 anni.
Invece il valore Ep indica l’indice di Prestazione Energetica, che corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno.

Gli obiettivi della Direttiva “Case Green”:

Gennaio 2028: immobili di proprietà di enti pubblici dovranno essere ad emissioni zero.

Gennaio 2030: tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. 

Gennaio 2033: obbligatorio passare alla classe D. Con un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi con fotovoltaico, cappotto termico, sostituzione degli infissi con moderne coibentazioni, caldaie a condensazione o pompe di calore.

Gennaio 2050: obiettivo emissioni zero.

Sanzioni: 

La bozza ha provocato una forte avversità da parte dell’Italia, in quanto, rispetto agli altri Paesi europei, circa l’80% delle abitazioni sono di proprietà e le possibili limitazioni alla vendita o all’affitto della case previste dal documento provocherebbero una conseguente perdita di valore degli immobili stessi per chi non possiede il bollino verde Ue, non facilmente raggiungibile in poco meno di dieci anni. Comunque spetterà ai singoli Governi quali sanzioni applicare e quali incentivi promuovere.

Esenzioni: 

Dagli interventi sono escluse le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli edifici di culto e le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

Con quali interventi si migliora la classe energetica? Il taglio dei consumi energetici di circa il 25 per cento, corrisponderebbe ai requisiti previsti dall’ormai decaduto Superbonus nel nostro Paese e che invece bisognerebbe rendere strutturale, senza complicazioni burocratiche, e con incentivi facilmente raggiungibili. 

Riassumendo: 

Fotovoltaico sui tetti degli edifici 
Tetti verdi, 
Cappotto termico, 
Sostituzione degli infissi, 
Nuove caldaie, a condensazione o pompe di calore 

Situazione in Italia: 

Stando ai dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili), oltre 9 milioni di edifici residenziali, su 12,2 milioni totali, non raggiungono gli obiettivi della Direttiva; inoltre, il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica, determinando così una grossa perdita di valore della maggioranza degli immobili italiani. 

In base agli ultimi dati Enea pubblicati lo scorso novembre, gli attestati di prestazione energetica per gli edifici italiani emessi nel 2021 si riferiscono per lo più (il 76%) ad immobili nelle classi più inquinanti, ossia classe E F G. Quindi più di 2 case su 3 dovrebbero essere ristrutturate e addirittura in meno di dieci anni! 

Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici è necessario redigere l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), il documento che certifica il consumo energetico di un edificio, che, in caso di compravendita di immobili, è obbligatorio dal primo luglio 2009 e, dal primo luglio 2010, in caso di locazione. 

G.Te
Dal n. 2/2023 La Gazzetta della Capitale